Lo Spirito della Cavalleria.
CICLO DI CONFERENZE AD INGRESSO LIBERO.
4
Incontri
Lo Spirito della Cavalleria
Venerdì 04 Ottobre alle ore 21:15
Roberto del Buono
Di cosa trattiamo:
Parlare di cavalleria e di cavalieri ai giorni nostri può apparire strano.
È come parlare di un tempo passato del quale si sono perse le completamente le tracce perché con il passare del tempo le parole stesse assumono significati differenti. Cavalleria e Cavalieri nella storia sono stati sinonimi di lealtà, rettitudine, giustizia e alti ideali morali e spirituali. Il Cavaliere dedicava la propria vita in difesa dei più deboli e degli oppressi, per libera scelta e senza nulla ricevere in cambio.
Nelle conferenze di questo ciclo ci affideremo alla storia e ai racconti delle cronache seguendo il filo puro dell’ideale cavalleresco per comprendere quello che vissero esteriormente ed interiormente coloro che lo abbracciarono con una mentalità e ad una esperienza che sono senza luogo e senza tempo.
2019.
TERZO TRIMESTRE
La Cavalleria ha origini antichissime, infatti troviamo tracce di una casta particolare di soldati nell’antica Roma imperiale, l’Ordine degli Augustoli. In Europa possiamo ricercare le origini della cavalleria in alcuni riti militari germanici nei quali il ragazzo quindicenne si apprestava a diventare un adulto e veniva insignito delle armi da guerra per difendere il suo territorio e la sua gente. Con i paladini di Carlo Magno la figura del Cavaliere si avvicina alla Chiesa e ne diventa custode e portatore dei valori cristiani. Troviamo caste guerriere che portano avanti gli stessi ideali anche in culture molto lontane dalla nostra, come in quella Islamica, in quella Giapponese con la casta dei Samurai ed anche in quella Indiana con la casta guerriera della Kshatriya.
Comparsi negli stessi anni in cui vennero edificate le Cattedrali Gotiche e in cui i Cavalieri Templari combattevano in difesa del Santo Sepolcro, i romanzi del ciclo arturiano fecero risuonare in tutta l’Europa medievale l’eco di una leggenda antichissima legata al misterioso nome di “Santo Graal”. Le imprese consumatesi in Terra Santa echeggiarono così nelle pagine dedicate alle gesta di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda: Parsifal, Lancillotto, Galaad ed altri furono gli impavidi cavalieri capaci di rinunciare a tutto per incarnare il modello del monaco guerriero, innalzato a realtà storica dalla Regola templare concepita da San Bernardo di Chiaravalle.
La storia delle imprese, delle visioni, del processo e del rogo di Giovanna D’Arco. Si è scritto e detto tanto su di lei: alcuni la considerano una sprovveduta visionaria, altri invece la considerano un’eroina, simbolo per eccellenza della libertà francese ma anche della dignità ed emancipazione della donna. Figura che ha ispirato e continua ad ispirare oggi la letteratura, la musica, il cinema e l’arte, Giovanna D’Arco rimane argomento di studi anche oggi. Eletta nel 1920 a Patrona della Francia oggi è simbolo di ogni liberazione, testimone di quanto sia possibile rispondere alla propria straordinaria vocazione, anche da laica e nelle peggiori condizioni, dalla guerra alla prigionia così come nella massima pace.
Da tempi immemorabili, popoli di tradizioni diverse tramandano storie di un possente monarca di un regno misterioso superiore a qualsiasi regno visibile, un luogo segreto, una terra di luce in mezzo al mare amaro della vita, un’isola rotante per l’allusione al Polo che ne’ per terra ne’ per mare è raggiungibile e solo il volo dello spirito vi può condurre. Secondo le antichissime leggende da esso discesero le stirpi divine in grado di governare con la virtù del potere legittimato da alcuni oggetti misteriosi, una spada o una pietra o anche una coppa contenente un elisir che rende immortali: il Santo Graal.
